giovedì 18 dicembre 2008

Report incontro vertici-rsu/sindacati 16 dicembre 2008

Finalmente abbiamo ascoltato cosa è accaduto nell'incontro tra la direzione ed i sindacati, martedì scorso.
Presenti, dalla parte del management, il signor Piroli ed il signor Picchiotti, quest'ultimo, dovrebbe sostituire il signor Finzi - il condizionale è d'obbligo, perchè il detto: nulla è definitivo tranne il provvisorio, qui calza a pennello.

L'impressione generale dei sindacati è che dall'altra parte, non vi sia una linea certa, ma un tentennamento, come un caracollare insicuro: i due non avevano nulla di chiaro, non vi era una comunione d'intenti, contraddicendosi o prendendo tempo l'un con l'altro.

Come già scritto in altro post, il prossimo appuntamento ufficiale che sarà anche l'ultimo, è stato fissato per il 7 gennaio 2009.


L'incontro è durato alcune ore, dove il sindacato ha presentato le proprie controproposte, che sono quelle che abbiamo già discusso nelle precedenti riunioni e cioè: di lasciar perdere la cassa integrazione straordinaria per crisi e di pensare alla ordinaria, in virtù della mancanza di presupposti per richiederla e dei bilanci economici tutto sommato positivi.
Sostanzialmente, visto il netto rifiuto dei sindacati a proseguire oltre questo primo passo, alla fine di un lungo e sofferto dibattito, i rappresentanti dell'azienda, si sono mostrati disponibili a capire se e come si possa tramutare la richiesta che hanno già fatto, di cassa integrazione straordinaria, in ordinaria e di ritrovarsi il giorno 22 dicembre 2008 per parlarne.
Intanto hanno chiesto ai dipendenti di fermare le proteste e scioperi che sono costate all'azienda qualcosa come 30mila euro al giorno, almeno fino al 7 gennaio e di togliere gli striscioni. Cosa, quest'ultima, che all'unanimità, è stata respinta al mittente.

Facciamo nostri i timori dei sindacati:
i dispacci aziendali ci informano che, uno dopo l'altro vengono colpiti i vertici della vecchia dirigenza, tuttavia non vi sono sostituzioni, a nostro parere, che posseggano il know how, adeguato, per tamponare i vuoti formatisi.
Gli uffici e i reparti, agiscono senza un ordine preciso, vivacchiando giorno per giorno; l'atmosfera che si respira è di totale incertezza, aleggia lo spettro di fine imminente; l'impressione di una sentenza capitale già firmata.

Per dirla in altra maniera, si può tirare fuori la teoria della comunicazione, dove si può rilevare sempre tre componenti nel dialogo tra individui e in senso lato, nei sistemi complessi:
verbale
non verbale
paraverbale.
Quando queste, sono in accordo, allora la comunicazione è coerente e ben formata; gli interlocutori rilevano l'assenza di contraddizioni e si instaura, quasi automaticamente, un clima di fiducia e di scambio di idee costruttivo.
È sotto gli occhi di tutti che ciò non sta accadendo, purtroppo.

Facciamo attenzione ai particolari, dunque e non lasciamoci incantare dagli asini che volano: i presupposti di una chiusura, non possono dare ai singoli, speranze o rassicurazioni.


Altri punti salienti di quello che è successo all'assemblea, sono stati:

- l'alterco tra due dipendenti, che poteva essere evitato, oppure chiarito fuori dalla sala perchè non pertinente all'ordine del giorno.

- Il non sapere se la richiesta di cassa integrazione sia stata effettivamente depositata al ministero.

- Una mancanza di chiarezza nella comunicazione tra l'RSU e gli uffici: in questi momenti, il nervosismo e la polemica, non deve prevalere sull'interesse comune.
Ricordiamoci che ogni pur minima forma di divisione interna, è una piccola ma significativa vittoria da parte della direzione.

Per la prossima riunione, è stato pensato di dotarsi dell'ausilio di un microfono, per poter essere uditi da tutti, poichè data l'affluenza fuori dal comune, chi si trova in fondo, fa fatica a sentire o non ode affatto.

L'ultima proposta, che sarà ratificata il 23, nell'assemblea prevista per ascoltare quanto sarà detto nell'incontro del giorno prima, riguarda la formazione di un comitato che possa coadiuvare l'RSU. Per adesso nell'organizzare una raccolta di firme da presentare ai politici, in vista delle elezioni, affinchè prendano l'impegno di variare le eccezioni del piano strutturale perchè questa zona non possa cambiare destinazione d'uso.
Sono stati appesi dei fogli nelle apposite bacheche, dove, chi vorrà, potrà dare la propria disponibilità di tempo, per organizzare dei banchini che potranno essere situati nelle zone strategiche della città e del quartiere.
Ricordiamoci sempre che non dobbiamo chiedere cosa possa fare la seves - intesa come noi dipendenti, of course! - per noi, ma cosa possiamo fare noi per essa, parafrasando jfk.

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