martedì 9 dicembre 2008

Comunicati stampa qua e là

Eccovi a voi dei comunicati stampa del comune di Firenze, riguardanti il nostro luogo di lavoro. Sembrano molto interessanti.
Sono stati presi, utilizzando il suo motore di ricerca interno, da qui: Comune di Firenze, cliccarci per avere tutte le voci, anche quelle in formato pdf.
La formattazione è stata lasciata così come è, per non intervenire in alcun modo sul testo.

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Un’interrogazione in merito alla 'crisi della sede fiorentina di Seves Spa' è stata presentata dal consigliere di Fi-Pdl Massimo Pieri. “Dalla stampa – spiega il consigliere di Forza Italia -si apprende che la Seves, leader mondiale negli isolatori in vetro e in composito per il trasporto dell’energia elettrica e nella produzione di mattoni in vetrocemento, avrebbe disposto un piano aziendale che prevede la mobilità per 20 dei 175 dipendenti dello stabilimento fiorentino e la cassa integrazione straordinaria per un anno”. “La Seves risulterebbe un’azienda solida - prosegue Pieri nell’interrogazione -che copre circa il 40% del mercato globale nel suo settore e l’assemblea dei lavoratori avrebbe deciso di proclamare lo stato di agitazione per contrastare l’ipotizzata intenzione di dimettere la sede fiorentina con conseguente perdita dei posti di lavoro. L’ azienda ha inoltre richiesto un cambio di destinazione d’uso del terreno su cui sorge lo stabilimento, ubicato in via Reginaldo Giuliani n.360, al fine di trasformare l’immobile da produttivo a residenziale”. A fronte di queste considerazioni il consigliere di Forza Italia vuole sapere 'se effettivamente la Seves ha richiesto al Comune di Firenze il cambio di destinazione d’uso del terreno e in caso affermativo.' Pieri chiede inoltre 'se l’amministrazione è a conoscenza dei piani aziendali di Seves e se intende valutare la concessione del cambio di destinazione d’uso, eventualmente richiesto, alla luce della salvaguardia dei posti di lavoro che potrebbero venirne compromessi'.(pc) Di seguito il testo dell'interrogazione INTERROGAZIONE Oggetto: interroga il Sindaco in merito alla crisi della sede fiorentina di Seves Spa Il sottoscritto Consigliere Comunale, appreso dalla stampa che la Seves Spa, leader mondiale negli isolatori in vetro e in composito per il trasporto dell’energia elettrica e nella produzione di mattoni in vetrocemento, avrebbe disposto un piano aziendale che prevede la mobilità per 20 dei 175 dipendenti dello stabilimento fiorentino e la cassa integrazione straordinaria per un anno; appreso che nell’incontro del 16 luglio u.s. fra il coordinamento nazionale Seves e le organizzazioni sindacali non erano emersi problemi occupazionali tanto che l’azienda avrebbe annunciato l’intenzione di realizzare un nuovo forno nello stabilimento fiorentino; considerato che la Seves risulterebbe un’azienda solida che copre circa il 40% del mercato globale nel settore dei mattoni in vetro per architettura ed arredamento e che l’assemblea dei lavoratori avrebbe deciso di proclamare lo stato di agitazione, attivato a partire dalla data odierna con alcune ore di sciopero, per contrastare l’ipotizzata intenzione di dimettere la sede fiorentina con conseguente perdita dei posti di lavoro; appreso inoltre che l’azienda avrebbe richiesto un cambio di destinazione d’uso del terreno su cui sorge lo stabilimento, ubicato in via Reginaldo Giuliani n.360, al fine di trasformare l’immobile da produttivo a residenziale INTERROGA IL SINDACO PER SAPERE 1) Se la Seves ha richiesto al Comune di Firenze il cambio di destinazione d’uso del terreno su cui sorge lo stabilimento al fine di trasformarlo da produttivo a residenziale; 2) in caso affermativo, se l’Amministrazione è a conoscenza dei piani aziendali di Seves e se intende valutare la concessione del cambio di destinazione d’uso, eventualmente richiesto, alla luce della salvaguardia dei posti di lavoro che potrebbero venirne compromessi. Massimo Pieri Firenze, 4 dicembre 2008

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Ecco l’intervento della capogruppo Prc Anna Nocentini in merito allo sciopero dei lavoratori della Seves: “I lavoratori della Seves sono scesi oggi in sciopero per protestare contro le decisioni assunte dalla proprietà contenute nel piano industriale presentato ieri alle organizzazioni sindacali: 20 dipendenti in mobilità e cassa integrazione per 87 operai per 12 mesi. Esprimono gravissima la preoccupazione per un piano che più che affrontare una situazione di crisi (peraltro non confermata dai dati in possesso delle OO.ss.) sembra gettare le premesse per lo smantellamento dell’attività e l’interesse della proprietà a dare il via ad un’operazione immobiliare molto più redditizia di quella produttiva. Vale allora la pena dare uno sguardo all’UTOE 1 del Piano Strutturale, l’unità territoriale nella quale è presente l’insediamento della Seves: già nella versione approvata lo scorso anno la caratteristica evidente in quella Utoe era la forte diminuzione di superficie destinata ad attività produttive artigianali e industriali, con una riduzione di oltre 73.000 metri quadri di superficie interessata, che veniva destinata per gran parte alla funzione residenziale (54.000 mq) e direzionale commerciale (10.000 mq), segnando così il destino di aree produttive verso aree residenziali. Ma nella proposta di adozione vengono ulteriormente modificate le quantità da destinare a residenziale (84.000 mq) con un incremento delle aree produttive da dismettere (30.000 mq): è pleonastico chiedersi se sia questa la risposta che la progettazione della città dà ai lavoratori della Seves. Dalla sintesi delle osservazioni e controdeduzioni a disposizione del Consiglio risulta che la Seves ha presentato un’osservazione al piano strutturale nella quale chiede di “modificare il tracciato della circonvallazione nord affinché non interessi l’area in oggetto affinché non siano pregiudicati l’attività esistente ed il futuro assetto di trasformazione; prevedere comunque la permanenza della direzione generale e degli uffici del gruppo nell’area”. L’Amministrazione valuta “pertinente e meritevole di accoglimento” l’osservazione al Piano strutturale presentata da Seves, pur rilevando che ci si troverebbe davanti ad un eccessivo carico urbanistico che non potrà comunque essere consentito in toto. Non è già in questo che dobbiamo cercare la risposta alle richieste dei lavoratori? La pianificazione del territorio segna il profilo della città non solo sul piano urbanistico ma anche, e di conseguenza, sulla vocazione stessa della città, sulle funzioni che si intendono sostenere e promuovere per la garanzia dei cittadini e dei lavoratori e uno sviluppo armonioso dell’intero tessuto urbano. Prevedere, ancor più nell’attuale situazione di crisi economica, la riduzione drastica della superficie da destinare ad attività produttive artigianali e industriali significa consentire agli obiettivi della rendita, tanto più che la situazione pregiata della zona, contigua alla collina e al sistema delle Ville Medicee, non potrà certo dare risposta al bisogno di alloggi popolari e sociali così sentito in città”. (pc)

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Per adesso è tutto, state sintonizzati!

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