giovedì 26 febbraio 2009

Assemblea prossima ventura del 27 - 02 - 2009

La prossima assemblea ha in sé, importanti questioni da risolvere, non da ultima, la richiesta da parte dell'RSU di una votazione per comprendere se la maggioranza, basta la metà più uno, si senta rappresentata da essa.
È un punto importante, fondamentale e impegna tutti.
Altro punto che dovrà essere considerato è il fatto che l'RSU, comunque ne venga fuori, legittimata o delegittimata, questa o quella futura, dovrà essere emanazione dell'assemblea stessa e non viceversa: non dovrà essere il tramite di forze esterne, ma la nostra voce.
È un imperativo a cui è facile diventare sordi, purtroppo.
I sindacati, sono degli aiutanti, benaccetti, ma solo attori esterni.
È necessario anche ribadire che non esistono solo CGIL e CISL; se l'assemblea non si sentisse riconosciuta da questi, ci sono altri gruppi vicini ai lavoratori, come i Comitati di Base ed altri ancora.
Non dimentichiamo che c'è sempre una possibilità di scelta e quando viene imposta, la presenza di certi sindacati esterni, perchè "cos'altro si potrebbe fare", allora dobbiamo fare una riflessione, un ripensamento e domandarci se vogliamo davvero metterci nelle mani di chi non ci convince fino in fondo.
Stiamo parlando del nostro futuro, del nostro posto di lavoro, della vita delle nostre famiglie, non è da prendere così tanto per fare.
Questa riflessione non può essere fatta coralmente ma, ogni singolo dipendente, la deve fare, deve decidere da sè.
Deve trovare la voce per esprimere nell'assemblea di domani, anche andando contro tutto e contro tutti, la propria opinione.
Non c'è comparto, non c'è distinzione tra impiegati e operai, ci sono solo dei dipendenti.
Ci sono solo i lavoratori della Seves e adesso più che mai devono mettersi in gioco.
Rischiamo di perdere il treno delle elezioni.
Rischiamo di lasciar andare quei politici che potrebbero fare la differenza,
che potrebbero impegnarsi al nostro fianco,
i candidati sindaci,
l'attuale giunta,
le opposizioni, tutte.

Possiamo aver fatto un passo falso?
Certamente!
E allora torniamo indietro, rinegoziamo, se necessario riprendiamo gli striscioni, gli scioperi, parliamo con i giornali, le televisioni.
Cerchiamo un interlocutore tra le varie forze sociali che ci aiuti.
E non andiamo a caccia di streghe, a cercare manovre oscure all'interno dell'assemblea.
Magari ci fossero delle correnti, delle opposizioni forti, darebbero linfa e vitalità, laddove non vi è che il tacito consenso.
Il silenzio assenso che non porta altro che a delegare ed è pericoloso, ci toglie la volontà, la vanifica, la svilisce.

Terminiamo questa con le ultime parole di un'ode di Brecht:

"Tu, tu che sei una guida, non dimenticare
che tale sei, perché hai dubitato
delle guide! E dunque a chi è guidato
permetti il dubbio!"


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Di seguito, tutta la lirica, per chi volesse conoscerla.

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Lode del dubbio

Sia lode al dubbio! Vi consiglio, salutate
serenamente e con rispetto chi
come moneta infida pesa la vostra parola!
Vorrei che foste accorti, che non deste
con troppa fiducia la vostra parola.

Leggete la storia e guardate
in fuga furiosa invincibili eserciti.
In ogni luogo
fortezze indistruttibili rovinano e
anche se innumerabile era l’armata salpando,
le navi che tornarono
le si poté contare.

Fu così un giorno un uomo sulla inaccessibile vetta
e giunse una nave alla fine
dell’infinito mare.

Oh bello lo scuoter del capo
su verità incontestabili!
Oh il coraggioso medico che cura
l’ammalato senza speranza!

Ma d’ogni dubbio il più bello
è quando coloro che sono
senza fede, senza forza, levano il capo e
alla forza dei loro oppressori
non credono più!

Oh quanta fatica ci volle per conquistare il principio!
Quante vittime costò!
Com’era difficile accorgersi
che fosse così e non diverso!
Con un respiro di sollievo un giorno
un uomo nel libro del sapere lo scrisse.

Forse a lungo là dentro starà e più generazioni
ne vivranno e in quello vedranno un’eterna sapienza
e spezzeranno i sapienti chi non lo conosce.
Ma può avvenire che spunti un sospetto, di nuove esperienze,
che quella tesi scuotano. Il dubbio si desta.
E un altro giorno un uomo dal libro del sapere
gravemente cancella quella tesi.

Intronato dagli ordini, passato alla visita
d’idoneità da barbuti medici, ispezionato
da esseri raggianti di fregi d’oro, edificato
da solennissimi preti, che gli sbattono alle orecchie
un libro redatto da Iddio in persona,
erudito da impazienti pedagoghi, sta il povero e ode
che questo mondo è il migliore dei mondi possibili e che il buco
nel tetto della sua stanza è stato proprio previsto da Dio.
Veramente gli è difficile
dubitare di questo mondo.
Madido di sudore si curva l’uomo
che costruisce la casa dove non lui dovrà abitare.

Ma sgobba madido di sudore anche l’uomo
che la propria casa si costruisce.
Sono coloro che non riflettono, a non
dubitare mai. Splendida è la loro digestione,
infallibile il loro giudizio.
Non credono ai fatti, credono solo a se stessi.
Se occorre, tanto peggio per i fatti.
La pazienza che han con se stessi
è sconfinata. Gli argomenti
li odono con gli orecchi della spia.

Con coloro che non riflettono e mai dubitano
si incontrano coloro che riflettono e mai agiscono.
Non dubitano per giungere alla decisione, bensì
per schivare la decisione. Le teste
le usano solo per scuoterle. Con aria grave
mettono in guardia dall’acqua i passeggeri dl navi che affondano.
Sotto l’ascia dell’assassino
si chiedono se anch’egli non sia un uomo.

Dopo aver rilevato, mormorando,
che la questione non è ancora sviscerata vanno a letto.
La loro attività consiste nell’oscillare.
Il loro motto preferito è: l’istruttoria continua.

Certo, se il dubbio lodate
non lodate però
quel dubbio che è disperazione!
Che giova poter dubitare, a colui
che non riesce a decidersi!
Può sbagliare ad agire
chi di motivi troppo scarsi si contenta!
ma inattivo rimane nel pericolo
chi di troppi ha bisogno.

Tu, tu che sei una guida, non dimenticare
che tale sei, perché hai dubitato
delle guide! E dunque a chi è guidato
permetti il dubbio!




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